Blog in costruzione


lunedì 23 dicembre 2013

Buon Natale



Acli Provinciali Ravenna
Presidenza Provinciale



“Il Natale di Gesù  è la manifestazione che Dio si è “schierato” una volta per tutte dalla parte dell`uomo, 
per salvarci, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà, dei nostri peccati.
 Da qui viene il grande ‘regalo’ del Bambino di Betlemme:
 un`energia spirituale che ci aiuta a non sprofondare nelle nostre fatiche, nelle nostre disperazioni,
 nelle nostre tristezze, perché è un`energia che riscalda e trasforma il cuore.
 La nascita di Gesù, infatti, ci porta la bella notizia che siamo amati immensamente e singolarmente da Dio,
e questo amore non solo ce lo fa conoscere, ma ce lo dona, ce lo comunica!”.
 




E’ con questa frase di Papa Francesco, pronunciata nell'ultima udienza che precede il Natale
che vi auguro Un sereno Natale
 
Antonio Nonni






Contatti
Pagina Facebook: Acli Ravenna
Acli News on line:  Acli Ravenna News
                    Sito : Sito ACLI Ravenna

sabato 14 dicembre 2013



La Giornata dell'Assistenza Sociale

Si celebra Domenica prossima 15 dicembre
di Elena Ghiselli

Il Vicario Pastorale Don Carlo Sartoni ha stabilito che l'annuale Giornata dell'Assistenza Sociale quest'anno venga celebrata in tutte le chiese della città, Domenica 15 dicembre.

E' noto il ruolo che svolge il Centro di Assistenza Sociale di via Codazzi, 4, come insostituibile fornitore di importanti servizi offerti gratuitamente a coloro che si avvicinano giornalmente, spesso con gravi problemi di emarginazione e di degrado da risolvere, e come punto di coordinamento di molte attività del mondo cattolico lughese. 

Sono altresì note le necessità per concorrere al suo mantenimento e che ci inducono a richiamare le Parrocchie e le Chiese della città e del forese ad un impegno comune per il reperimento di maggiori entrate, al fine di rispondere alla domanda con un servizio sempre più efficiente.

Con questa iniziativa il Centro di Assistenza Sociale ACLI, in collaborazione appunto con il Vicariato lughese, si propone di sensibilizzare la comunità cattolica sull’importanza di una presenza impegnata a risolvere in modo efficace alcune delle esigenze che si manifestano tutti i giorni nei settori più emarginati della popolazione.

Da diversi decenni, infatti, il Centro di Assistenza Sociale ACLI di Lugo, sorto per iniziativa dei Parroci e di alcune associazioni del mondo cattolico, opera con lo scopo di organizzare e coordinare servizi di assistenza e di orientare persone che si trovano in difficoltà verso punti di riferimento sicuri ed affidabili, per necessità di diverso tipo.

Da alcuni anni gli adempimenti di carattere previdenziale e burocratico sono stati demandati agli uffici del Servizio di Patronato Provinciale, che opera gratuitamente presso i locali attigui con le maggiori autonomia e riservatezza richieste dalle leggi in materia di patronati; pertanto, l’attività del “Centro” si è focalizzata prioritariamente sulla raccolta e sull’indirizzamento delle quotidiane richieste di intervento per la fornitura di servizi di sostentamento e di solidarietà, verso soluzioni di assistenza pubblica o privata: più in particolare si tratta di sovvenire alle prime necessità di immigrati, di favorire il ricongiungimento di nuclei familiari dopo un periodo di stabilizzazione sociale degli stessi immigrati, ma anche di assistenza domiciliare, di ricerca di collaboratori per degenze ospedaliere, di raccolta di offerte e contributi a favore delle associazioni benefiche che operano nel nostro territorio (Confraternita S. Vincenzo, Caritas, Casa della Carità, Unitalsi, ecc.), ed altri interventi di carattere diverso.

Ai beneficiari non è richiesto alcun compenso per le prestazioni erogate, per cui il “Centro” si rivolge anche alla generosa offerta della comunità cattolica lughese nell’ambito della giornata dell’Assistenza che si celebra, come tutti gli anni, nelle nostre chiese.

Il “Centro” è stato tra le Associazioni che hanno promosso il progetto “TI DO’ UNA MANO” e la conseguente attività del Tavolo dei Cattolici Avv. Vito Montanari.

Il Presidente del Circolo ACLI di Lugo
Elena Ghiselli

martedì 10 dicembre 2013

Giornata internazionale del Volontariato

(Da Avvenire del 6 dicembre)

La Giornata internazionale del Vo­lontariato che si è celebrata ieri è l’occasione per riavviare una riflessione sul senso dell’agire vo­lontario (dove sta andando il vo­lontariato?) oltre che sulla sua identità (qual è il genoma del volontariato?). Nel recente dibattito pubblico una certa confusione di pensiero ha generato e continua a generare non pochi problemi.

Da un lato vi è chi ve­de nel volontariato un surrogato dell’azio­ne degli enti pubblici, non più in grado di fornire servizi sociali alle fasce deboli della popolazione per le note ragioni di bilancio. Dall’altro chi pensa che il volontariato sia una forma di agire superata, ritenendo realtà come l’impresa sociale, la cooperativa so­ciale, o enti come le fondazioni capaci di fa­re di più e meglio ciò che le organizzazioni di volontariato hanno fatto finora. Entrambe le posizioni sono errate, oltre che pericolose.

La prima in quanto le forme di surrogazione ad opera dell’ente pubblico ri­schiano di produrre una sorta di spiazza­mento nel momento in cui il Comune deci­de di affidare un servizio al mondo del vo­lontariato in virtù del fatto che la sua atti­vità è gratuita per definizione. Così facen­do si sottrae l’incarico a un altro soggetto non profit, qual è una cooperativa socia­le, determinando una qualche forma di 'guerra tra poveri', col risultato peraltro di snaturare il ruolo del volontariato. La seconda posizione pure è pericolosa, in quanto figlia di un nuovo funzionalismo che pone l’attenzione solo sulle conseguenze delle azioni, e non anche sulla loro motiva­zione.

È vero infatti che un’impresa sociale è, in linea generale, più efficiente di una or­ganizzazione di volontariato; ma ridursi a questa prospettiva significa accettare supi­namente il mito dell’efficienza erigendolo a vitello d’oro dei nostri tempi. La vocazione propria del volontariato, infatti, lo conduce a svolgere più un’azione profetica nel senso preciso del termine. Profeta, cioè, non è co­lui che anticipa il futuro – questo scopo com­pete come è noto ai maghi e agli economi­sti! –, ma chi con coraggio e passione de­nuncia il presente. Ora, questa vocazione profetica del volontariato non può venire mai meno. La seconda funzione del volontariato è di anticipare le modalità di soluzione dei pro­blemi emergenti nella società. Il volontaria­to è il soggetto che più di ogni altro mette in pratica il principio di reciprocità, che corri­sponde a un 'dare senza prendere' e a un 'prendere senza togliere'. Quando viene meno questa componente fondamentale alimentata dall’agire volontario, una società può dirsi prossima al declino, al collasso.

Ecco perché, anche alla luce delle ragioni a tutti note della crisi – finanza pubblica, emergenza di forme di ibridazione tra impresa profit e non profit, una certa stanchezza nella difesa dei valori fondativi della società umana – in definitiva diventa urgente riavviare il discorso istituzionale sul volontariato. Tasto dolente: la prima e unica legge sul volontariato risale al 1991, e da allora la classe politica non ha ancora ritenuto di intervenire su una norma che era sì buona, ma oggi è obsoleta.

Le pressioni emerse nell’ultimo ventennio sono così dirompenti che le norme non interpretano più le esigenze della società e delle organizzazioni. Un esempio: come mai da 10 anni l’adesione dei giovani al volontariato è in calo continuo? Non è solo una ragione demografica. E non è affatto vero che i giovani sono opportunisti o auto-interessati. Anzi: sono molto più generosi delle generazioni precedenti. Il problema è che vogliono fare vero volontariato, non un volontariato che nasce con altri fini, pur legittimi, non compatibili con la vera natura dell’agire volontario.

Per questo alle forze politiche, a maggior ragione in un momento in cui in Parlamento è significativamente ampio il numero di persone che provengono proprio dal mondo del volontariato, va indirizzato un grido affinché ci si affretti a produrre una riforma della legge del ’91 oltre che del Libro I Titolo II del Codice civile. Mentre altri Paesi procedono in questa direzione, si veda la Francia, noi non riusciamo a trovare il tempo per una riforma che comunque non comporterebbe alcun esborso per il bilancio pubblico. Mentre è importante riprendere in mano un processo che in 20 anni si è altamente cloroformizzato, non sottovalutando ciò che nell’opinione generale è chiaro: che meno volontariato conduce la società verso una china pericolosa.

Stefano Zamagni

Pubblico impiego e abuso di contratti a termine

Pubblico impiego e abuso di contratti a termine

  • Scritto da  Valentina Serenelli

Sono una dipendente pubblica assunta con contratto a tempo determinato, ma credo che si tratti di un contratto viziato da illegittimità. Come posso tutelarmi?
L’art. 4 del Dl 31 agosto 2013, n.101, convertito in legge il 30 ottobre 2013, n.125, è intervenuto  nel tentativo di porre un freno all'utilizzo, spesso illegittimo, dei contratti a termine nei comparti pubblici e arginare ogni possibile discrezionalità delle Amministrazioni nel fare ricorso a tali tipologie contrattuali, stigmatizzando il principio che detti contratti siano attivabili per rispondere ad esigenze di carattere esclusivamente” temporaneo o eccezionale, e prevedendo sanzioni per i dirigenti che si rendano responsabili di irregolarità nell'utilizzo del lavoro flessibile.
La norma ha, però, contestualmente ribadito il “divieto di trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato”.
L'art. 5 del Dlgs. 368/2001 che, per il settore privato, prevede – nelle ipotesi di ricorso abusivo al contratto a termine – la conversione automatica del rapporto a tempo determinato in un rapporto a tempo indeterminato, continua perciò a non operare nei confronti dei datori di lavoro pubblici.
L’utilizzo abusivo di contratti flessibili nei comparti pubblicilegittima il lavoratore a ottenere il  risarcimento del danno, unico rimedio a tutela del dipendente pubblico assunto con un contratto precario del quale sia accertata l'illegittimità.
L'entità del risarcimento dovrà essere stabilita dal giudice entro limiti quantitativi che vanno da un minimo di 2,5 mensilità di retribuzione, ad un massimo di 12 mensilità (art.32, comma 5, della legge n.183/2010)
Per informazioniwww.patronato.acli.it

Per una chiesa povera con i poveri - La Parola e il Concilio per i cammini di oggi

on faceboPer una Chiesa povera con i poveri. Le Acli a Camaldoli
  • Scritto da  Marco Bonarini

Camaldoli, in provincia di Arezzo, dal 25 al 27 Ottobre si è svolto l'Incontro di spiritualità 2013 promosso dalle Acli della Lombardia e di altre regioni insieme alla sede nazionale.
E’ stata una esperienza di fraternità nella fede che ha promosso un discernimento spirituale di cui mettiamo a disposizione la documentazione video.
Non è solo fare memoria, ma è rendere possibile la condivisione di un momento significativo per la vita delle Acli anche a chi non è potuto essere presente per i più svariati motivi, per potersi in questo modo coinvolgere nel discernimento che continuamente le Acli svolgono.
Da sottolineare la consonanza con l'esortazione apostolica di papa Francesco Evangeli Gaudium (La gioia del Vangelo), in particolare nei fondamenti di una spiritualità biblica che spinge ad una azione evangelica.